Un eccesso di zelo


Registrata alla SIAE l’1 luglio 1987 n° 880149A

Archivio n° 31

La commedia prende l’avvio da un tranquillo quadretto familiare. È mattina, Aurora ha appena messo i due figlioli sul bus della scuola, e suo marito Ivio si sta preparando per recarsi al lavoro. La giornata, dunque, sembra voler correre sui binari della più rassicurante quotidianità.
Ben presto la donna manifesta le tipiche inquietudini di una personalità disturbata, mentre l’uomo, dal canto suo, dimostra di avere con la professione che esercita – è oboista nella locale orchestra sinfonica – un rapporto tutt’altro che esaltante.
Ad aggravare la situazione della coppia, enfatizzandone le dinamiche aggressive, sopraggiunge il padre d’Aurora. Vedovo, pensionato, malato immaginario, il signor Demetrio appartiene a quella categoria di lamentosi che non smettono un istante di piangersi addosso; e questo non tanto per l’obbiettivo squallore della loro esistenza, quanto per il sottile piacere di scatenare nei propri consanguinei devastanti sensi di colpa.
Tallonati da accadimenti neanche poi tanto insoliti – insolito, purtroppo, è il modo di reagire a quelli -, i tre si dibattono in una vischiosa trama d’alterni, esasperati sentimenti, in nome dei quali ciascuno di loro appare disposto a tutto pur di ottenere il predominio sugli altri due. Quasi che la leadership del gruppo sia l’unica condizione per non soccombere ad esso.
E così questi tre campioni dell’umano malessere, partiti da una dimensione pressoché normale alla ricerca di un equilibrio più rispettoso delle loro singole esigenze, finiranno per trovare detto equilibrio in una soluzione paradossale che li condannerà ad una comune anormalità (che qui non specifichiamo per non scoprire tutte le carte).

BIBLIOGRAFIA

Pubblicata su SIPARIO n°539 novembre 1993 pp.67-83

Pubblicata da Guida editori – TEATRO/TESTI – Collana diretta da Giulio Baffi 19 – 2008

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