Il naso di famiglia


Registrata alla SIAE l’1 ottobre 1986 n° 353276A

Archivio n° 27

Ma i parenti, anche quelli stretti, soprattutto quelli stretti, se avessimo potuto sceglierceli, ce li saremmo scelti così? E’ una domanda insidiosa, che induce perfino gli apologeti della famiglia naturale ad esitare un istante prima di rispondere.
Esitazione che, viceversa, non conosce affatto Filù, gentile signora napoletana in possesso di una solida convinzione in tema di consanguinei. Lei, infatti, a dispetto della figlia del genero e del cameriere (una sorta di pulcinella senza maschera, bugiardo e ladro come pochi), non ha dubbi: i parenti sono antipatici per definizione; quando (le rare volte) sono simpatici, c’è da diffidare dell’autenticità di quel vincolo.
Purtroppo, l’unica in casa a condividere una simile tesi è Bianca, la nipote, che fa il terzo anno di medicina ed è afflitta da un sensibile complesso di inferiorità: non ha ancora messo il seno.
E, tuttavia, quando inaspettato – siamo a ridosso del secondo dopoguerra – ricompare un fratello di Filù, emigrato in America ancora bambino, la stessa anziana signora sulle prime resta affascinata dalla franca comunicativa del redivivo, e sembra là là sul punto di ricredersi dei suoi ‘pregiudizi’ in materia.
Ma ‘cattivo sangue non mente’, e ad una più attenta indagine quel fratello si rivela un perfetto estraneo, tratto anche lui da una serie di fatali coincidenze (lo stesso naso di famiglia).
E quando, ugualmente inaspettato, si presenta il vero fratello, manco a dirlo è irritante, greve e malavitoso; dunque non un caso se fa lega soltanto con quel furfante del cameriere. Ad opera della sorte, pertanto, i principi di Filù, ottengono una solenne riconciliazione.
Ora, però, il problema non è più soltanto squisitamente teorico ma anche brutalmente pratico:in che modo liberarsi dell’incomodo ‘zio d’America’.
Per fortuna è lo stesso zio, con un passato equivoco ed un presente ancora più equivoco, a fornire su un piatto d’argento la sua ignominiosa espulsione. E il cameriere, suo malgrado, non ha altra scelta che collaborare con la signora Filù.
Ma, come in ogni giallo che si rispetti, anche qui sarà buona norma non scoprire tutte le carte.

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