Tu, musica assassina


Registrata alla SIAE il 14 gennaio 2000 n° 8393414

Archivio n° 76

La tendenza al crimine, intesa come devianza dalle norme del vivere civile (e come potrebbe essere intesa altrimenti?), non corrisponde ad un preciso segno sul volto e negli occhi del possibile criminale. E, con buona pace di don Cesare Lombroso, è una gramigna che, se sottoposta ai raggi solari di un forte movente, può germogliare anche all’interno di coloro di cui diresti: “Ma che brave persone!”

E tuttavia, ogni qual volta si verifica un evento più o meno efferato, i preposti alla sua indagine si accaniscono a cercare, nei precedenti dell’autore del crimine, elementi, dettagli o traumi infantili che ne possano aver condizionato la personalità.

È il momento in cui anche i più inermi cittadini, magari per il solo fatto di trascorrere ore ed ore davanti ad una scacchiera, vengono sottoposti ad un “terzo grado”. Se ne evince che per molti esponenti delle Forze dell’Ordine anche il più innocuo hobby, coltivato in maniera smodata, prima o poi si tradurrà in una imprevedibile strage.

Non c’è massimalismo più lontano dalla verità. Eppure, ad una più minuziosa riflessione, nel “dna” dell’hobby, in particolar modo se praticato da singoli o coppie naturalmente portati all’ossessione, vivacchia una tentazione che di colpo può generare l’irreparabile. E il paradosso si fa realtà.

È questa, in parole povere (ah, possedere parole ricche!), la vicenda che sconvolge la tranquilla esistenza di due coniugi colpevoli soltanto di amare la musica classica con un trasporto pressoché patologico.

Aggiungasi che lui, direttore di banca, non solo è escluso dall’elenco degli abbonati all’Associazione Musicale della sua città (numero chiuso), ma è anche costretto ad avere sotto gli occhi un subalterno e la sua consorte che, grazie a uno scherzo del caso, hanno ereditato una tessera che consente loro di
assistere a tutti i concerti della stagione.

Macbeth non si adombri, ma non troviamo un esempio migliore per descrivere a grandi linee ciò che via via sospinge il Direttore di Banca e sua moglie verso l’abisso.

Ma come sono buffi, quanto fanno ridere nel loro impaccio, coloro che dall’oggi al domani contano di trasformarsi in killers più o meno seriali!

BIBLIOGRAFIA

Scena aperta n°3
Scènes parthènopèennes
edizione Collection de l’E.C.R.I.T. OTTOBRE 2002 – Università di Tolosa

LETTURE

Compagnia Arca Azzurra
regia di Franco Però
Teatro Due di Parma, rassegna “Per la Prima volta in scena”, 13 ottobre 2000

RECENSIONI

Vittoria OTTOLENGHI – Gazzetta di Parma online, 15 ottobre 2000

PRODUZIONITu, musica assassina