Virginia e sua zia


Registrata alla SIAE il 23 dicembre 1988 n° 360875A

Archivio n° 42

Un lavoro oscuro dietro le quinte dello spettacolo televisivo, una zia sulla sedia a rotelle ad attenderla tutte le sere, nella memoria un totale deserto di affetti… chi è Virginia? Una delle tante donne deluse che si incontrano nella vita o sulle scene? No, per la semplice ragione che lei non ha mai utilizzato l’illusione come spinta vitale, e quindi si è sempre tenuta al riparo da ogni conseguente delusione.
In breve, Virginia non si è mai aspettato, e continua a non aspettarsi, niente dalla vita; e, di conseguenza, la vita non si aspetta niente da lei.
E tuttavia, stasera, nel predisporsi ad un incontro sentimentale, la donna in qualche modo contravviene a quello che è stato finora il suo modo di affrontare l’esistenza. E un timido pensierino su un futuro migliore – niente di più facile da realizzare – accompagnato da mille riti scaramantici, a dispetto di tutto osa pure formularlo.
Persino sulla soglia di casa, nel chiudersi la porta alle spalle, la donna, anche soltanto attraverso una sibillina allusione, si spinge a vagheggiare per sé e per la zia una sorta di svolta che possa sottrarre ambedue all’anonimato in cui versano, e in qualche modo “rimetterle in gioco”. Del resto, non si dice forse che la speranza sia l’ultima a morire?
Per sua buona sorte madre natura, che pure non è stata con lei prodiga di attrattive fisiche, in compenso l’ha dotata di un solido quanto inconsapevole senso dell’ironia. E’ a questa provvidenziale capacità di rintracciare il lato ironico anche nella più completa di speranza, che Virginia affida ancora una volta la sua volontà di sopravvivere.
Ma fino a quando (quousque tandem!) oh destino di Virginia, abuserai della sua ironia.

Ritratti di donne senza cornice
Collana Dionisio segni, testimonianze, presenze
a cura di Angelo SCANDURRA
IL GIRASOLE Edizioni, aprile 1990

PRODUZIONI: Virginia e sua zia